La storia dell'Istituto

ESTERNO

INAUGURAZIONE 1940 LABORATORI SCUOLA INDUSTRIALE E DELL'ARTE
FOTO DI GRUPPO 1927 VISITA DELLE AUTORITA'
OFFICINA MECCANICI

 

L’ALBA DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE

Una nuova avventura

Momento costitutivo e primo sviluppo (1965-70)

 

L'Istituto Professionale per l'industria e l'artigianato in lingua italiana di Bolzano nasce ufficialmente il 1º ottobre 1965, come trasformazione della Scuola Tecnica Industriale.

 

Le cause di questa trasformazione sono principalmente tre e sono evidenti nel documento , il quale contiene le seguenti motivazioni:

- venire incontro a numerose richieste e sollecitazioni degli operatori economici locali;

- attuare quanto era già stato fatto nella maggior parte delle scuole tecniche industriali;

- con l'attuazione della nuova Scuola media unica e la soppressione della Scuola di avviamento industriale sarebbe venuto a mancare il titolo per accedere alla Scuola tecnica industriale;

 

L'evento fondamentale che determina l'istituzione dell' I.P.I.A,. è rappresentato dalla delibera del Consiglio di Amministrazione per la trasformazione della Scuola Tecnica e relativa richiesta al Provveditorato agli Studi.

 

I principali soggetti che hanno interagito nel momento costitutivo sono i seguenti:

 

- il Consiglio di Amministrazione Presidente: dott.ing. Bolgiani Armando

Preside: dott.ing. Zorzi Fiorello

Segr. : rag. Carella Amleto

- il Provveditorato agli Studi Provveditore: Prof. Biscardo R.

- il Ministero della Pubblica Istruzione Direzione Generale dell'Istruzione Professionale

 

Analizzando i documenti raccolti si denota lo sforzo, in particolare del dott. Bolgiani e del Preside Zorzi, per accelerare la nascita dell'I.P.I.A., poiché la Scuola Tecnica era stata ufficialmente soppressa, ma il nuovo istituto non era ancora nato.

 

Quindi vengono spedite alcune lettere per sensibilizzare e coinvolgere anche i dirigenti locali di vari organi istituzionali come il Commissariato del Governo, Giunta Provinciale, Comune di Bolzano e Consorzio Provinciale per l'Istruzione Tecnica.

Nell'intervista, effettuata recentemente al Preside Zorzi, egli stesso ammette che la nascita del nuovo Istituto non fu cosa facile .

 

L'istituzione ufficiale del nostro Istituto coincide con l'inizio dell'anno scolastico 1965/66, quindi comprensibile il basso numero di iscritti nonostante l'istantanea pubblicazione di articoli su Adige-Alto Adige, affissione di manifesti in Provincia, società Enel, stabilimenti Magnesio, Lancia, Montecatini, Acciaierie, Viberti e Delaiti.

E' probabile che le sollecitazioni relative alla trasformazione venivano proprio da dirigenti o imprenditori delle aziende citate; è intuibile lo stretto legame tra industria e scuole tecniche industriali e comparando l'excursus storico dell' I.T.I. si può citare una frase della cosiddetta memoria vivente dell'Istituto Tecnico Industriale il p.i. Achille Paravani:

"D'altro canto la scuola era retta da un Consiglio di Amministrazione in cui sedevano rappresentanti delle industrie" .

 

In origine (a.s.1965-66), all' I.P.I.A. funziona solo il settore per l'industria meccanica, poiché era quello che garantiva maggiori garanzie occupazionali; quello elettrico, anche se approvato, parte un anno scolastico dopo con la prima classe elettricisti.

 

Spazi fisici: l' I.P.I.A. è situato nel medesimo edificio dell' I.T.I. e inizialmente il lavoro di segreteria didattico, amministrativo, di magazzino, di custodia e pulizia è svolto dal personale dell' I.T.I.; dallo stesso istituto sono state messe a disposizione due aule normali, per le lezioni teoriche, e due officine (una per il settore meccanico l'altra per quello elettrico).

 

Nel gennaio 1966 viene nominato Commissario per l'amministrazione straordinaria il dott.ing. Edoardo Ravelli, il quale nel Consiglio di Amministrazione succede al Presidente dott.ing. Armando Bolgiani rappresentante dell'Associazione Industriali.

Successivamente l'incremento degli iscritti è buono, sia nel settore meccanico sia in quello elettrico, e lo sviluppo dell'Istituto viene assicurato anche dall'istituzione di un corso quadriennale di odontotecnici.

Anche nel settore odontotecnico le spinte, per attivare il corso, venivano dal mondo del lavoro poiché il mercato locale richiedeva tale figura professionale.

 

Gli agenti che si mossero:

 

- la sezione di Bolzano del Sindacato Odontotecnici;

- il Consiglio di Amministr. I.P.I.A. Comiss. Governativo dott.ing. Edoardo Ravelli

Preside dott.ing. Fiorello Zorzi

Segretario rag. Amleto Carella

- il Consorzio Provinciale Istruzione Tecnica;

 

Le motivazioni che portarono all'istituzione:

 

- ripetute sollecitazioni da parte della sezione di Bolzano del Sindacato odontotecnici;

- in regione esercitavano oltre 160 tecnici non diplomati di cui la metà nella sola provincia di Bolzano

- le Scuole Professionali abilitate a tale corso si trovavano a Milano, Udine e Bologna obbligando gli allievi ad onerosi trasferimenti fuori regione;

- l'I.P.I.A. poteva disporre di un corpo Insegnante (medici e tecnici) altamente qualificato come il prof.dott.Singer e prof.dott.Ploner docenti in clinica odontoiatrica e chirurgia plastica odontotecnica;

- l'I.P.I.A. disponeva dei locali adatti;

 

Abbiamo così un quadro che evidenzia le principali motivazioni ed eventi che caratterizzano il macro-periodo della nascita e prima fase di sviluppo.


COL VENTO IN POPPA!

Sviluppo quantitativo e spazi fisici (1971-87)

 

 

Nel 1972 gli uffici di Presidenza e Segreteria diventano autonomi e si avvia l’allestimento del secondo laboratorio per odontotecnici il quale verrà completato nel 1974.

In questo periodo l’istituto acquista una sua autonomia reale e si sviluppa quantitativamente, il numero degli studenti iscritti sale dai 170 del 1971 ai 338 del 1980 e di conseguenza aumenta il numero dei docenti.

Nell’anno scolastico 1979-80 vengono rivisti i piani orari, in particolare per la seconda lingua, tedesco.

Il carico orario passa a 40-41 ore settimanali.

Dal 1982 all’87 vengono richiesti e in seguito attivati i corsi postqualifica di tecnici industrie elettriche ed elettroniche (T.I.E.E.), tecnici industrie meccaniche (T.I.M.) e odontotecnici. Gli stimoli provengono da tutte le componenti di Istituto: genitori, studenti e insegnanti.

Dopo iniziale resistenza della Provincia, che ritiene i corsi un "doppione" dell’istruzione tecnica, giungono finalmente le autorizzazioni.

Lo sviluppo quantitativo ha reso necessario reperire nuovi spazi, in sedi distaccate presso l’istituto Rainerum (a.s. 1987-88) per le lezioni teoriche e l’ammodernamento dei laboratori di elettricisti installatori-elettromeccanici e quelli di congegnatori meccanici in sede.

Il 40% del corpo docente è costituito da supplenti a cui viene affidato incarico annuale dalla Sovrintendenza scolastica con problemi di turnover.

Nonostante tutto il numero degli studenti aumentava costantemente.

Nel secondo macro-periodo il vero problema è nel reperimento degli spazi fisici, al quale si pone rimedio provvisoriamente sfruttando officine o laboratori dell’ I.T.I. in posizione subordinata rispetto alle loro esigenze.


ACQUE PERICOLOSE!

LA NECESSITA’ DI INNOVARE (1987-95)

 

Nel 1987 inizia la sperimentazione Mecatronica al fine di meglio rispondere alle esigenze del mercato, anche se con un certo ritardo rispetto alla tendenza nazionale.

Si nota un certo calo nel numero di iscrizioni nel settore meccanico e quindi la necessità di innovare i curricoli per renderli più appetibili e rispondenti alle esigenze del mondo del lavoro.

Analoga sperimentazione si applica nel settore elettrico nell’ a.s. 1989-90, il ritardo è dovuto ad una certa resistenza del collegio docenti.

In effetti si verificava un calo nel monte ore di esercitazioni, ma l’ulteriore calo della popolazione studentesca convince presto anche i più restii.

Parallelamente, con i nuovi curricoli, ad un calo demografico si contrappone l’esigenza di rinnovare e moltiplicare i laboratori.

Nel 1989 viene approvato un progetto presentato dall’ I.T.I. per ristrutturare completamente l’edificio.

Lo stesso anno si attivano i corsi serali postqualifica T.I.E.E. (2 classi) e T.I.M. (1 classe) a dimostrazione della notevole vivacità del collegio dei docenti, che cerca di venire incontro ai bisogni dell’utenza, in particolare dei lavoratori in possesso del diploma di qualifica. Questo sforzo è anche motivato dalla necessità di mantenere un certo organico soggetto ad erosione a causa del calo demografico.

I nuovi programmi dei corsi installatori apparecchiature elettriche ed elettroniche (I.A.E.E.) e operatori macchine utensili (O.M.U.) sembrano appartenere ad una logica già superata: la scuola dovrebbe seguire in tempo reale l’evoluzione delle tecnologie ma evidentemente ciò non è realizzabile.

Già dal 1987 il Ministero sta promuovendo il nuovo impianto formativo detto "PR92", basato su una minore specializzazione, sull’incremento della cultura di base e su una maggiore flessibilità e polivalenza.

Questo progetto, che ha ottenuto l'appoggio e il patrocinio della Comunità Europea, si propone i seguenti obiettivi:

- modernizzazione dell'istruzione professionale sia nei contenuti che nelle strutture;

- innalzamento della cultura di base in modo da consentire all'alunno una più facile collocazione professionale ed una maggiore capacità di adeguarsi ai rapidi mutamenti del mondo lavorativo ;

- miglioramento della qualità della formazione in maniera che la preparazione culturale e professionale dell'alunno sia corrispondente ai livelli europei;

- ampliamento, rispetto ai tradizionali corsi di qualifica, delle successive scelte scolastiche (IV e V anno negli Istituti Professionali, accesso e passaggio, con esami integrativi, al quarto anno di scuole superiori di altro tipo, frequenza di corsi di secondo livello ecc.);

- possibilità di entrare gradualmente in contatto, già durante gli studi, con il mondo del lavoro attraverso stage aziendali ed esperienze di alternanza scuola-lavoro.

- una didattica molto elastica, caratterizzata da programmi disciplinari organizzati per moduli, cioè per singoli argomenti in parte anche intercambiabili e programmabili in forma differenziate;

- la ricerca di risposte educative adeguate alle diverse situazioni locali ed ai condizionamenti socioculturali derivanti dalle diverse provenienze degli allievi anche attraverso interventi didattici aggiuntivi e personalizzati, effettuabili nelle ore di approfondimento previste dall’orario settimanale.

Al solito il corso meccanici, più sensibile all’innovazione e cosciente del calo studenti, propone al collegio con il supporto del Preside l’attivazione del nuovo corso per operatori meccanici "PR92", che parte nel 1990-91.

Il consiglio di classe della prima operatori meccanici si dimostra molto attivo nell’affrontare l’innovazione.

Alcuni docenti partecipano a corsi di aggiornamento portando in Istituto le prime esperienze concrete di programmazione modulare e costruzione di unità didattiche.

Un gruppo di lavoro costituito da dieci docenti elabora un questionario destinato a verificare le esigenze e le aspettative degli studenti .

I risultati portavano ad avere maggiore attenzione per:

- rapporti tra studenti di corsi diversi;

- rapporti tra studenti e docenti;

- strategie di rimotivazione allo studio;

- l’immagine esterna della scuola;

Queste esperienze innovative raggiungono solo una modesta parte del corpo docente, il resto prosegue con metodi più tradizionali.

La frenesia nell’abbracciare nuove sperimentazioni deriva dalla forte concorrenza dei centri di formazione professionale della Provincia e dell’ I.T.I..

Il collegio dei docenti prende coscienza dell'improrogabile necessità per l’Istituto di trovare una propria identità formativa differenziandosi dai concorrenti.

Il progetto ‘92 sembra consentire la costruzione di uno spazio vitale entro il quale operare, ma ancora una volta il settore elettrico è più lento a comprendere questa necessità; la prima classe operatore elettrico si attiva nel 1991/92 (un’altra classe prima prosegue col corso I.A.E.E.).

L’attuazione dei nuovi curricoli costringe i docenti coinvolti a rivedere i propri metodi di programmazione didattica. Le riunioni delle classi "PR92" assumono cadenza mensile, soprattutto per stabilire i modi d'utilizzazione dell’area d'approfondimento.

Il gruppo di docenti più motivato promuove l’istituzione di corsi di recupero, anche durante il periodo estivo, e un "pronto soccorso alunni" per interventi rapidi durante l’anno scolastico.

Purtroppo, dopo questa prima fase di grande attività, segue un periodo di stasi dovuto principalmente al trasferimento di alcuni dei docenti più carismatici.

Con D.M. anche il corso odontotecnici assume il nuovo ordinamento nel 1992-93.

L’Istituto dopo aver registrato un certo calo nelle iscrizioni, negli ultimi due anni sembra essersi attestato sui 350 studenti.

In questi anni si acuisce il problema della concorrenza dei C.F.P., che riproducono quasi fedelmente i corsi "PR92" e possono usufruire di strutture più adeguate.

Evidentemente il problema è di natura politica, poiché è palese l’intenzione della Provincia di acquisire competenze primarie nel campo dell’istruzione secondaria superiore, per fondere formazione e istruzione professionale.

Nell’a.s. 1993-94, la Provincia nomina un gruppo di lavoro, per formulare una proposta di biennio sperimentale "unitario" definito "Progetto Pilota".

All’Istituto viene chiesto di aderire apportando sostanziali modifiche al piano orario, ma il collegio dei docenti respinge duramente questa proposta, ritenendo che radicali variazioni del piano orario "PR92" (l’abolizione del Diritto in prima e il ridimensionamento di Scienze della terra) avrebbero fatto perdere le peculiarità dell'istruzione professionale, appiattendola sull'istruzione tecnica.

Anche gli altri Istituti Professionali della provincia di Bolzano assumono lo stesso atteggiamento e concordano tra loro un piano orario entro le 40 ore, che però rispecchia quasi fedelmente quello nazionale.

L’I.P.I.A. attiva una stretta collaborazione con il C.F.P. di Bolzano, per la gestione della terza area dei nuovi corsi postqualifica nonostante diversi contrasti con l’ente provinciale. Anche in questo frangente bisogna segnalare l’impegno profuso dai docenti del corso meccanici nella progettazione del modulo professionalizzante; l’anno successivo lo stesso iter viene seguito dalla quarta T.I.EL.

Per aumentare l’offerta didattica gli organi collegiali d’Istituto hanno chiesto l’attivazione del corso operatore chimico e un corso serale integrato negli indirizzi meccanico, elettrico ed odontotecnico per l’a.s.1995-96.

Con la partenza del "PR92", l’Istituto vive una fase di trasformazione dovuta principalmente a due fattori: la presenza di un gruppo di docenti più motivati e la forte spinta venuta dalla Direzione Professionale. Tuttavia il cambiamento della cultura scolastica che accompagna l’adozione del "PR92" non coinvolge tutti i docenti, in particolare nei momenti in cui è richiesta una programmazione collegiale.


CONCLUSIONI

Dovrebbe essere comunque chiaro che non ci sono alternative: o viene sfruttato l’impianto formativo del "PR92" oppure l’identità e lo spazio che l’Istituto si è faticosamente creato si ridurrà inevitabilmente.

Top