Bolzano attraverso i secoli
 

L'Antichità
Prescindendo dagli insediamenti preistorici, riguardo ai quali si susseguono tutt'oggi scavi e ritrovamenti, significativa è la presenza di castellieri sui rilievi intorno alla piana di confluenza dell'Isarco nell'Adige. Si tratta di insediamenti fortifica ti in posizione dominante il fondovalle, caratteristici dei Reti, gli an.tchi abitanti di questa regione alpina, di cui ancora poco conosciamo.
Nel 16/15 a. Cr. la conca fu raggiunta dagli eserciti di Druso, figliastro di Ottaviano Augusto. Lo scopo era di insinuarsi nelle valli dell'Adige e dell'Isarco per congiungersi, nei pressi del lago di Costanza, con Tiberio, mossosi da Lione. Conseguenza della vasta operazione a tenaglia fu la conquista della regione alpina, la sua trasformazione in provincia romana e la difesa della pianura padana dalle incursioni germaniche. Bolzano venne inclusa nella decima regione d'Italia.
Sulla collocazione del famoso "Pons Drusi" divergo no le ipotesi degli studiosi (nei pressi di Castel Firmiano sull'Adige, a Rencio sull'Isarco, etc.). Non è inoltre inverosimile che il primo insediamento romano (ponte, stazione, servizi, nonché un tempietto divenuto in seguito chiesa paleocristiana) si trovasse in corrispondenza dell'attuale centro (convento dei Cappuccini, Duomo, piazza Walther).
Le zone più salubri e adatte allo sviluppo di un abitato della piana furono comunque individuate presso S. Maurizio e Rencio/Dodiciville. Quest'ultimo agglomerato superò i secoli delle invasioni ed è da qui che probabilmente si trasferì più a valle e, in seguito a bonifiche, il nucleo originario della Bolzano medioevale (zona dei Portici).
Il nome ("Bauzanum" in Paolo Diacono, VIII secolo) potrebbe derivare dal gruppo familiare dominante.

L'alto Medioevo

Con il dominio goto di Teodorico la regione conobbe finalmente un periodo di sicurezza dalle incursioni devastanti di Vandali, Alani, Svevi, Burgundi. Dopo una parentesi Franca, Bolzano passo sotto l'influenza dei Longobardi, provenienti da sud. Le popolazioni, soprattutto nei fondovalle, mescolarono l'elemento retico, romano, goto, bajuvaro.
Il Ducato di Trento fu riordinato da Carlo Magno in contee. Quella di Bolzano si trovo contesa tra il Ducato bavarese e quello trentino, che ebbe la meglio e si trasformo anzi in Marca, con maggiori poteri. Castel Firmiano (Castrum Formigarium) era un punto di riferimento per l'amministrazione della giustizia.
Dopo il rapido disgregarsi dell'Impero Carolingio, la Marca, toccata tra l'altro dalle incursioni degli Ungari, s i trovo sempre più legata al Regno di Baviera, finché all'inizio del XI sec. l'Imperatore Enrico II di Franconia e soprattutto suo figlio Corrado II infeudarono i vescovi di Trento e di Bressanone, con compiti e poteri amministrativi, giudiziari, fiscali, etc. Nasceva cosi anche in questa regione la figura del principe-vescovo. Il vescovo di Trento, che aveva giurisdizione anche sulla contea di Bolzano, sulla val d'Adige e su parte della val Venosta e Val d'Isarco, deve affidarsi per l'amministrazione a degli "avvocati", ovvero alle famiglie più potenti, proprietarie di fondi, fortificazioni e in grado di armare delle truppe.
Fu l'epoca, tra gli altri, degli Appiano, che da Bolzano si erano trasferiti nell'omonimo castello sulla sponda destra dell'Adige. Un ramo di questa famiglia, i Morit-Greifenstein, ottennero la contea di Bolzano.

L'ascesa dei Tirolo

Una lunga lotta con la rivale famiglia dei Tirolo, originari dell'omonimo castello sopra Merano, decretò la rovina degli Appiano. I conti tirolesi, soprattutto con Mainardo II di Tirolo-Gorizia, erodendo sempre più il potere vescovile, instaurarono il vasto comitato, "de facto" indipendente, che da loro prese il nome. Lo unificarono con intelligenti disposizioni (burocrazia non nobiliare, privilegi al ceto contadino, incentivi al commercio e alle attività cittadine), ma all'occorrenza anche col pugno di ferro. Mainardo, ad esempio, punì nel 1277 la città di Bolzano per la sua fedeltà al vescovo di Trento, distruggendo gli argini dell'Isarco e del Talvera, perché fosse inondata.
All'inizio del XIII sec. Bolzano conta 3.000 abitanti e mostra chiaramente la sua vocazione commerciale. Il nucleo e costituito dai Portici, compresi in un perimetro rettangolare delimitato dalle odierne via Argentieri, piazza Erbe, via Streiter e piazza del Municipio. Questi edifici erano caratterizzati dalla compenetrazione nella loro struttura di esigenze abitative, artigianali e commerciali e testimoniano nel loro sviluppo l'importanza che Bolzano cominciava ad avere come tappa fondamentale del commercio tra Nordeuropa e Italia, soprattutto grazie al sempre maggiore volume del transito attraverso il Brennero.
L'ascesa della città non era stata fermata dal devastante incendio del 1222, che causò 1500 morti. Nella piana, man mano bonificata, erano sorte numerose masserie fuori delle mura, nonché numerosi conventi e residenze fortificate (Virgolo, Gries, Castel Roncolo).

Sotto gli Asburgo

Nel 1363 Margareta di Maultasch, ultima contessa della linea Tirolo-Gorizia, abdica a favore del duca d'Austria, Rodolfo d'Asburgo. I nuovi principi continua no però la politica di privilegi alle attività cittadine, consci dell'importanza economica di Bolzano. Nel 1450 la città ottiene il diritto ad avere un borgomastro.
All'inizio del XV sec. Federico d'Asburgo, soprannominato il "Tascavuota*', messo al bando dell'Impero, si trova a fronteggiare la rivolta dei nobili tirolesi. Esce vittorioso dalla difficile situazione, grazie all'appoggio del ceto contadino e delle città, che ricompensa con ulteriori privilegi. Nelle diete (parlamenti) del Tirolo siedono due rappresentanti bolzanini nominati dal consiglio cittadino.
Si sviluppano le corporazioni degli artigiani, di cui rimane traccia nei nomi delle vie del centro. Bolzano e punto d'incontro di mercanti italiani e tedeschi. A metà del XVI sec. sono più di una cinquantina gli alberghi per i forestieri, che accorrono alle periodiche fiere.
Al 1635 data la concessione da parte dell'arciduchessa Claudia de' Medici, reggente del Tirolo, di un complesso di privilegi per i mercati di Bolzano, che costituisce un vero e proprio ordinamento delle operazioni cambiarie e regola le controversie con la creazione di un Magistrato Mercantile, in cui sono rappresentati pariteticamente i mercanti italiani e tedeschi.

Ancora nel 1718 1'imperatore Carlo VI allarga i privilegi della fiera bolzanina. La ricchezza dovuta al commercio si fa evidente nel volto della città con i caratteristici edifici barocchi. Il secolo XIX

Le guerre e gli sconvolgimenti dell'età moderna (tra cui le rivolte contadine del Gaismair) non toccarono che marginalmente la città, che fu invece occupata nel 1797 dalle truppe napoleoniche. Vennero ricacciate dalla milizia territoriale (il cui ordinamento risale all'imperatore Massimiliano I nel XVI sec.). Nel 1805, in seguito al trattato di Strasburgo, il Tirolo passa alla Baviera, alleata dei Francesi. Le riforme che puntano all'accentramento amministrativo, politico e giudiziario, nonché alla regolamentazione del culto e delle feste religiose sono alla base dell'insurrezione di Andreas Hofer (1809), al motto di "Dio, Patria e Imperatore". Intervenuta la pace austro-francese, i ribelli tirolesi continuano la lotta abbandonati a se stessi, fino alla sconfitta. Hofer è catturato e giustiziato a Mantova (1810).
Bolzano con gran parte del Tirolo meridionale e annessa al Regno Italico. La nuova provincia, che ha Trento come capoluogo, e chiamata "Dipartimento dell'Alto Adige".
Con il crollo napoleonico il Tirolo ritorna agli Asburgo. Il secolo XIX sarà caratterizzato dallo scontro tra gli indirizzi riformistici imposti da Vienna e le resistenze del "Land" tirolese, che non vuole abbandonare le antiche libertà e autonomie. Anche Bolzano e teatro di tensioni tra liberali e conservatori cattolici nel "Kulturkampf". Emblematica l'inaugurazione del nuovo sistema di illuminazione pubblica a gas (1861), salutata dal sindaco liberale Josef Streiter quale "festa della luce" contro l'ignoranza e la superstizione.
La fine del secolo si contraddistingue per l'insorgere del sentimento nazionalistico tedesco, che si scontra con l'irredentismo dei trentini, che a partire dal 1848 si vedono negare ogni richiesta di autonomia da Innsbruck. Valore di simbolo tedesco ha la statua del Minnesänger Walther von der Vogelweide, eretta nel 1889, a cui sembra rispondere Trento con quella di Dante nel 1896.

L'epoca contemporanea

Gli anni a cavallo tra i due secoli, che dal nome del sindaco che governerà a lungo Bolzano (1895-1922) viene indicata come "era Perathoner", vedono una febbrile attivita edilizia e di sviluppo urbano, che oltre a modernizzare tende ad accentuare il carattere tedesco della città.
Dodiciville fino al 1911 e Gries fino al 1925 costituirono comuni autonomi. Soprattutto quest'ultimo conobbe un notevole sviluppo come località turistica e di cura (1600 ospiti nel 1900).
In seguito alla prima guerra mondiale l'Alto Adige viene annesso al Regno d'Italia. Dopo un breve periodo di governatorato militare, il Trentino Alto Adige viene retto da un Commissario straordinario civile (Luigi Credaro). Nell'aprile del 1921 squadre fasciste convenute a Bolzano aggrediscono un corteo sudtirolese (1 morto e numerosi feriti). Poco prima della marcia su Roma, il 2 ottobre 1922, gruppi di fascisti occupano Bolzano, costringendo il sindaco Perathoner a dimettersi. Con l'avvento di Mussolini al potere cresce l'azione di italianizzazione. Nel 1926 Bolzano diventa capoluogo della neonata provincia, che viene cosi staccata da Trento. Ettore Tolomei, già dall'inizio del secolo assertore della "naturale" italianità dell'Alto Adige, propugna in un discorso al Teatro civico nel 1923 il suo prograrnma di italianizzazione, articolato in 32 punti.
La lingua italiana viene imposta nell'amministrazione e nella scuola. Urbanisticamente si cerca di dare un nuovo volto alla città, sviluppando la zona al di là del Talvera, opposta al centro storico. Dalle 28.000 unita del 1910, Bolzano passa, attraverso l'immigrazione italiana, alle 32.000 del 1921 e alle 40.000 del 1934.
Alla metà degli anni trenta, sotto la prefettura di Giuseppe Mastromattei (1933-40), si comincia la costruzione della zona industriale (Montecatini, Acciaierie, Lancia, etc.), che determina un'ulteriore immigrazione operaia. Vengono creati nuovi quartieri, tra cui le "semirurali *'.
Nel 1939, in seguito ad accordi tra Germania e Italia, la popolazione suditrolese e posta di fronte alla scelta di trasferirsi nel Reich o rimanere da "buoni cittadini italiani" (le cosiddette "opzioni"). A Bolzano, secondo fonte tedesca, su 17.200 abitanti di lingua tedesca, quasi 15.000 optano per la cittadinanza germanica.
Dopo l'8 settembre 1943 1'Alto Adige, insieme al Trentino e al Bellunese, fa parte della Zona di Operazio ni delle Prealpi, sotto il Gauleiter di Innsbruck e praticamente viene annesso al Reich per la sua importanza come snodo ferroviario Bolzano subì numerosi bombardamenti alleati, che non risparmiarono il centro. In via Resia da luglio 1944 funziono un "Durchgangslager", un campo di transito per i prigionieri destinati all'internamento in Germania.

Dal dopo-guerra ad oggi

Ai primi di maggio del '45 il Comitato di Liberazione Nazionale assunse il controllo della Provincia in nome del governo italiano. Il 4 maggio giunsero a Bolzano le avanguardie alleate. Nel 1946, in margine al trattato di pace di Parigi, fu firmato 1'accordo Degasperi-Gruber, mirante a tutelare la minoranza di lingua tedesca in Alto Adige. Nel 1948 entro in vigore lo statuto d'autonomia della Regione Trentino-Alto Adige.
Lo sviluppo di Bolzano, anche per la forza trainante delle grandi industrie, continua a rappresentare agli occhi della popolazione sudtirolese il simbolo della italianizzazione.
A partire dalla meta degli anni '50 crescono le tensioni tra la Sudtiroler Volkspartei (il partito di raccolta sudtirolese) e i rappresentanti italiani all'interno della Regione. Il 17 novembre 1957, avviene )a famosa manifestazione a Castel Firmiano, cosiddetta del "Los von Trient" ("Via da Trento"). L'Austria porta la questione altoatesina all'O.N.U., mentre comincia la stagione del terrorismo ("notte dei fuochi", 12 giugno 1961). Il cosiddetto "pacchetto", ovvero l'insieme delle norme di attuazione dell'accordo di Parigi, elaborate da una commissione paritetica, diventa ufficialmente operante nel 1972. Quasi tutte le competenze vengono trasferite dalla Regione alla Provincia.
Nel giugno 1992 e stata dichiarata ufficialmente chiusa la controversia italo-austriaca. L'inizio degli anni 70 corrisponde all'arresto del ciclo di crescita di Bolzano, che e arrivata a superare le 100.000 unita. Da un lato esso ha determinato la definitiva italianizzazione e dall'altro l'espansione a passi da gigante del tessuto urbano (la carenza abitativa e uno dei problemi cronici della città, che si trascina già dal periodo dell'annessione).
Proprio per la sua marcata caratterizzazione etnica e sociale (industria, terziario), Bolzano sembra alienata dal contesto provinciale di cui e capoluogo (di ciò sono emblematici i frequenti contrasti tra Provincia e Comune e la richiesta di quest'ultimo di maggiori competenze).
I problemi più gravi della città oggi riguardano la crisi delle grandi industrie della Zona, la situazione di stallo dell'edilizia abitativa, la politica culturale (discussione sull'ipotesi di un'Università) etc., mentre sembra accentuarsi in questi ultimi anni il calo demografico.