Visita al Museo di Scienze Naturali di Bolzano

 

Queste pagine sono state estratte dal sito internet del Museo di Scienze naturali di Bolzano. 

  

Una barriera corallina in Alto Adige?

Nel Triassico, dove ora sorgono le Dolomiti, era presente un mare tropicale poco profondo, nelle cui acque alghe, spugne e coralli formarono delle "barriere coralline". Il termine è scritto tra virgolette poiché le "barriere coralline" triassiche erano molto diverse da quelle attuali.

Infatti, come testimoniano i fossili di circa 230–220 milioni di anni fa, esse erano composte soprattutto da alghe e spugne calcaree, mentre i coralli erano sporadici. Per dare al visitatore

un’idea viva dell’aspetto che poteva avere il mare tropicale triassico è stato allestito un acquario marino.

 A questo punto si ponevano due possibilità: cercare di ricreare in acquario una "barriera corallina" triassica con solo quelle poche specie attuali molto simili a quelle fossili (alcuni Madreporari, Spugne, Molluschi e   Crinoidi) oppure riprodurre, in piccolo, una barriera corallina attuale.

  

Sopra : l’acquario ricreante una barriera corallina.

 

 Sopra: l’acquario corallino visto dal vetro laterale.

 

La   prima soluzione sarebbe stata molto più rigorosa dal punto di vista paleontologico, ma   sarebbe stata un errore dal punto di vista ecologico e funzionale. Infatti in questo modo si sarebbe assemblata una comunità biologica assolutamente artificiale e  incompleta (molte specie triassiche si sono estinte senza "lasciare" specie simili attuali) e che molto difficilmente avrebbe potuto raggiungere, in acquario, un equilibrio ecologico. Di conseguenza si è preferita la seconda possibilità e per  realizzarla si è scelto un impianto di grandi dimensioni per ottenere un ambiente più ricco di specie e quindi più stabile.

 

  L’impianto:

 

L’acquario ha un volume lordo di circa 5700 litri ed è costruito in legno multistrato rivestito internamente con  lastre di PVC. L’interno dell’acquario è visibile attraverso un grande vetro frontale e uno più piccolo laterale.

L’acquario è collegato da tubature in  PVC a una vasca di raccolta di circa 4800 litri lordi ubicata in un locale nel  sotterraneo del Museo. L’acqua arriva per caduta dall’acquario nel sotterraneo dove viene filtrata e trattata.

Il cuore del sistema di filtraggio è costituito da uno schiumatoio alto 3 metri e di oltre 500 litri di volume.

L’acqua filtrata viene quindi pompata all’acquario superando un dislivello di circa 10 m.  Complessivamente nell’acquario, vasca di raccolta e schiumatoio circolano circa 8000 litri d’acqua salata.

L’illuminazione è costituita da 3 lampade HQI da 1000 W e 18 tubi al neon blu da 58 W per      complessivi 4000 watt di luce. L’accensione e lo  spegnimento delle lampade avvengono

  gradualmente tramite 5 timers per ricreare l’effetto alba – tramonto.

 

 

Sopra: Dott. Morpurgo con i macchinari per la salinizzazione  dell’acqua.                                                                  

 

  Comunità biologica attuale dell’acquario:

 

L’acquario è stato costruito nella primavera del 1997, dopo un lungo periodo di maturazione nella primavera del 1998 sono stati introdotti i primi pesci e i primi coralli. Oggi a distanza di tre anni dall’introduzione dei primi ospiti l’aspetto dell’acquario è notevolmente cambiato.

Molti  invertebrati sessili sono notevolmente cresciuti come ad esempio Tridacna derasa.

 

Sono presenti ben 14 generi diversi di Madreporari tra cui Acropora, Favites, Montipora, Pocillopora,e complessivamente 10 generi di altri Celenterati: Alcionacei, Attiniari,  Corallimorfari, Stoloniferi e Zoantiniari.

Oltre a questi sono presenti altri invertebrati; alcuni ben visibili come le tre specie di Tridacna, altri difficili da scovare tra le rocce come i gamberetti Lysmata debelius e Lysmata amboinensis infine altri quasi sempre nascosti di giorno come i ricci Diadema setosum le varie specie di ofiure.

 

 

    

Sopra : l’Alcionaceo Litophyton arboreum

 

 

Sopra: L’ Acropora sp. vista dalla superficie dell’acqua

 

La comunità biologica è completata da 12 specie di pesci tra cui risaltano particolarmente i pesci chirurgo: Acanthurus leucosternon, Paracanthurus hepatus, Zebrasoma flavescens e Z. xanthurum. I pesci più simpatici sono sicuramente i pesci pagliaccio Amphiprion melanopus che regolarmente depongono le uova accanto al "loro" anemone di mare (Stichodactyla haddoni).

Acquari nostrani d’acqua dolce

Oltre al grande acquario di barriera corallina sono  presenti altri tre acquari dedicati agli ambienti d’acqua dolce dell’Alto Adige: laghi, corsi d’acqua e zone umide.

Un acquario con un volume d’acqua di circa 2000 litri è dedicato ai laghi di fondovalle. La fitta vegetazione acquatica conferisce a questo piccolo ecosistema subacqueo un aspetto molto naturale. Tra e sulle foglie delle piante acquatiche il visitatore più attento riuscirà ad individuare anche dei piccoli invertebrati, come ad esempio diversi molluschi Gasteropodi nostrani intenti a "brucare" il sottile tappeto di alghe, che cresce sulle piante acquatiche stesse e sugli oggetti d’arredamento. I veri protagonisti della vasca sono però 50 pesci appartenenti alle seguenti specie nostrane di piccole dimensioni: alborella, scardola, triotto, pseudorasbora, ghiozzo cisalpino e cobite comune.

L’acquario più grande, con un volume complessivo di oltre 3000 litri, è dedicato ai corsi d’acqua. L’acquario è suddiviso in tre settori, che corrispondono ai tre tratti principali di un corso d’acqua. Nel tratto superiore del corso d’acqua, caratterizzato dalla forte corrente e turbolenze, vive la trota fario. Nel tratto intermedio è presente il cavedano, mentre nel tratto inferiore ricco di piante acquatiche sono preseti il pesce persico e il luccio.

L’acquario più piccolo, con un volume d’acqua di circa 500 litri, è dedicato allo stagno. È l’ambiente del tritone alpino e del tritone comune. Sono inoltre presenti numerosi

invertebrati come la larve di libellula, il Ditisco, la Notonetta e diversi molluschi  Gasteropodi.

 

 

 Sopra : Una fotografia di un luccio all’interno dell’acquario.         

 

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