Valle d'Aosta La Valle
d'Aosta è la più
piccola e la meno popolata regione d'Italia, regione interamente alpina,
raccolta attorno alla valle formata dal fiume Dora Baltea, uno dei principali
affluenti del Po, la valle d'Aosta fece storicamente sempre parte del Piemonte,
dal quale si staccò nel 1948. Turismo e vie di comunicazione Oggi tuttavia
la valle d'Aosta è quasi sinonimo di attività turistiche: il numero di visitatori
che ogni anno si registra negli alberghi è pari a sei volte quello dei residenti.
Le attrattive sono rappresentate dalle notissime località di alpinismo e
sport invernali. Vi sono anche numerosi
castelli medievali, tutti accuratamente restaurati (di Fénis, d'issogne,
di verrés ), le grandiose rovine romane della città di Aosta, le stazioni
termali come Saint-Vincent, con il notissimo Casino de la vallée. Infine,
se si considera la posizione geografica e la morfologia del territorio,
le vie di comunicazioni, nazionali e internazionali, si possono definire
ottime. I grandi flussi del turismo si servono delle strade e delle autostrade:
la Torino-Aosta e l'autostrada del Monte Bianco, che comprende un tunnel
di 11,6 km, realizzato nel 1965, che attraversa il massiccio montuoso collegando
Courmayeur con la francese chamonix. POPOLAZIONE Gli abitanti si concentrano
per un terzo nel capoluogo e per il resto nelle altre cittadine del fondovalle
della Dora Baltea, verso le quali nei decenni passati si era registrato
un costante flusso migratorio dal resto della regione; poco popolati sono
i solchi vallivi laterali, dove si succedono caratteristici villaggi e,
pur soltanto a quote elevate, le località turistiche. Aosta città della
valle d'Aosta, cap oluogo
di provincia e della regione autonoma; è situata in una conca cinta da alte
montagne, sulla sinistra della Dora Baltea, presso la diramazione delle
due direttrici stradali per i trafori alpini del Monte Bianco e del Gra
San Bernardo. Fu fondata nel 25 a.C. dai romani volontà di Augusto come
colonia militare. La cucina della Valle d'Aosta Tipicamente montanara è
la tradizione culinaria valdostana, i piatti sono accompagnati da vini noti
in tutto il mondo. La Valle d'Aosta utilizza i prodotti locali: formaggi
e selvaggina, trote mele renette e pere martin, funghi, mirtilli, lamponi,
castagne. Il più tipico piatto è la cotoletta alla valdostana sulla quale
si fa sciogliere una fetta di fondina, il formaggio più rinomato della valle,
che, d olce
o stagionato, entra nelle zuppe di pane, in quelle di latte e riso, ed è
l'ingrediente principale della polenta concia, della "fondua", degli gnocchi.
La selvaggina, che comprende camosci, galli di montagna, marmotte, ghiri,
lepri, pernici, stambecchi, è in "civet" o in salmi. Dopo essere stata marinata
per due giorni in acqua aromatizzata con erbe e verdure, la carne viene
sottoposta a lenta cottura. Con questa tecnica, assicurano i buongustai,
la marmotta diventa più gustosa della lepre e afrodisiaca quanto lo stambecco.
Ma più spesso la carne della selvaggina viene messa sotto sale e fatta seccare,
una risposta alle condizioni ambientali di una terra che fino di recente
era isolata. Si ottiene così la "mocetta" che si serve tagliata a fette
come il prosciutto. La più saporita è quella, ormai introvabile, dello stambecco,
ma è gustosa anche quella di camosc io.
Un altro tipico piatto valligiano è la "carbonade", carne conservata sotto
sale che viene cotta nel vino con cipolla tritata. Il nome deriva dal colore
dell'intingolo, scuro come il carbone. Sul versante del pesce la valle d'Aosta
offre la trota spaccata: aperta, viene infarinata, fritta, insaporita con
spezie sciolte nel burro liquido e servita con prezzemolo tritato. Il pasto
si conclude con una miscela bollente di caffè, grappa, vino rosso, buccia
di limone e spezie. In una sorte di rito collettivo lo si beve a turno dalla
"grolla", un recipiente di legno scolpito, munito di beccucci tutto intorno.
Teatro romano di Aosta. Le origini romane della città di Aosta sono testimoniate
dai resti di imponenti strutture architettoniche coma la porta Pretonica,
l'arco di Augusto, l'anfiteatro e il teatro. Lingue & dialetti Come nella
confinante Svizzera, nella Valle d'Aosta c'è abbondanza di lingue e dialetti.
Innanzitutto, la regione è bilingue perché le due lingue italiano e francese
appartengono alla sua tradizione e fanno parte della sua stessa formazi one
e posizione geografica. Infatti un tempo la lingua italiana veniva considerata
la lingua madre e il francese la tradizionale lingua di cultura. Questo
concetto è ormai sparito sia il francese sia l'italiano sono ritenute lingue
ufficiali. Attualmente il bilinguismo presenta diversi gradi: nell'alta
valle nelle zone confinanti con la Francia, si parla praticamente il francese
e l'italiano e la seconda lingua. Nella bassa valle ai confini con il Piemonte,
si parla l'italiano e il francese non viene usato. La lingua madre dei valdostani
è il patois (prn. "patuà"),un dialetto franco provenzale (la Provenza è
una regione della Francia meridionale), più o meno modificato dall' influenza
di altre lingue o dialetti . Per esempio , oggi nella bassa valle il patois
cede sotto l' energia avanzata del dialetto piemontese che lentamente risale
la valle. Infine, nella valle del Lys ( o di Gressoney) ci sono "isole linguistiche"
dove si parlano diversi dialetti d'origine tedesca. Curiosità Il monte bianco,
"Monarca delle montagne", come lo chiamò il poeta Byron, fu scalato per
la prima volta dalla guida francese Jacques Balmat, nel 1786. In seguito
esso costruì l' arditissima palestra che addestrò e rese celebri le guide
di Courmayeur. LA LEGGENDADELLA VALLE D'AOSTA La leggenda della neve rossa
La leggenda racconta che, nel tempo dei tempi , a quelle altitudini eccelse,
il clima era molto più mite,e la dove ora si stendono i gelidi ghiacciai
erano verdi praterie e folte foreste d' abeti. Nel luogo in cui si vede
oggi il ghiacciaio del Felik, sorgeva una città prospera e popolosa. Purtroppo,
però, i denari accumulati a poco a poco avevano reso cattivi, avari, spietati
loro possessori ed essi vivevano nel loro egoismo feroce, senza alcun timore
di Dio. Ma Dio che tutto vede e tutto sa, non tardò a punirli della loro
malvagità.
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